Comitato provinciale Monza e Brianza

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Aldo Parravicini

Nato il 15 febbraio 1925 a Desio. Brigata “Battisti” Val d’Ossola. NB: Dino
Partigiano della 119° brigata Garibaldi sap della Brianza, eseguì un disarmo a carico di un capitano dell’esercito a Desio; l’azione non era pianificata dal comando ma fu un’iniziativa del Parravicini per la quale venne seriamente redarguito. Infatti se contemporaneamente fosse in atto un’altra azione di più ampia portata, l’allarme susseguente al disarmo poteva vanificarla e creare pericoli per i partecipanti. Il problema ulteriore fu che Aldo venne riconosciuto, perciò il comando decise il suo trasferimento in montagna. Un giorno dei primi mesi del 1945 fu ordinato al partigiano desiano di unirsi in bicicletta ai folti gruppi di operai che al mattino si avviavano verso Sesto S. G.; fu scortato per tutto il tragitto da due partigiani cattolici che avevano anche il compito di riportare a Desio la bicicletta. La meta era la Pirelli alla Bicocca; qui fu nascosto nella cantina di una trattoria da una donna, aveva già i capelli grigi, racconta, era la staffetta che alla fine della giornata lavorativa l’avrebbe condotto in montagna. Quando giunse il momento insieme s’intrupparono con gli operai che si recavano alla stazione di Porta Nuova a Milano. Giunti in stazione la paura salì perché questa era fortemente presidiata da fascisti e tedeschi. Con il suo fagottello sottobraccio fornitogli in trattoria per farlo sembrare un operaio con il suo pranzo, salì sul treno per Varese con la staffetta che però si sedette nello stesso scompartimento ma lontano da lui per non fare apparire che fossero assieme. Scesero a Caldè, piccola frazione di Castelveccana, sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, la staffetta consegnò il giovane ad un altro partigiano che lo condusse a Porto Valtravaglia, dove, scesa la notte, salì su una barca a remi condotta da due coniugi che gli dissero di togliersi tutto perché il lago era pattugliato da un motoscafo della X Mas e se li vedeva sparava. Fu una traversata della durata di un’ora pregna di emozione e paura. Scesero a Ghiffa, sulla sponda piemontese dove Parravicini fu portato in un casotto dove trovò ristoro ed anche un altro ragazzo di Milano anche lui in attesa di salire in montagna. Vennero a prenderli due giovani partigiani armati fino ai denti che, in due ore di marcia in salita, li portarono ad Aurano dove venne arruolato e dotato di un fucile 91 con due caricatori.
Partecipò quindi alla Resistenza in quella zona con varie azioni nell’Ossola e in Val Canobbina, fino all’insurrezione quando partecipò alla liberazione di Intra, che richiese due attacchi diversi per scacciare i fascisti e di Cannero e Canobbio. Furono poi chiamati di rinforzo a Varese, sostando a Gemonio e attraversando il lago col traghetto e poi ancora a Como. Di lì scesero a Milano.



Un percorso a cura del Comitato provinciale ANPI Monza e Brianza